Se il Sud torna a crescere

Un’occasione da non sprecare

Il rapporto Svimez sull’economia nel Mezzogiorno nel 2015 ha evidenziato una crescita dell’1% del prodotto interno lordo, lo 0,3% in più del centro nord, 94 mila nuovi posti di lavoro. Attenzione a prendere la notizia con un eccesso di esultanza: per superare la crisi che attanaglia il Paese dal 2007 e che ha avuto costi drammatici proprio in queste Regioni, serve molto altro. Ancora una famiglia residente su dieci non ha la capacità finanziaria di soddisfare i propri bisogni primari e la stessa povertà relativa risulta in aumento, a testimonianza della difficoltà finanziaria nel disporre di beni e servizi indispensabili per proprio il sostentamento. Ciononostante il Mezzogiorno torna a produrre ricchezza per il Paese, non è la palla al piede che qualcuno ama credere sia. Piuttosto questa ricchezza è molto male distribuita, tanto da essere incapace di impedire l’aumento delle disuguaglianze, come la nascita di nuovi poveri. Servono politiche economiche e sociali nazionali adeguate, e dettami europei più incoraggianti. Lo ha fatto presente anche il presidente della Confindustria Boccia. Il governo rifletta. In queste condizioni il Sud non ha bisogno di un ponte sullo Stretto, o per lo meno non prima che si sia pianificata una re-industrializzazione del territorio sul genere di quella che venne realizzata negli anni 50 del secolo scorso. Strade, porti, ferrovie devono essere adeguate alle esigenze dei cittadini e dei mercati. Bisogna investire in infrastrutture e una legge per istituire in tempi brevi Zone economiche speciali. Risorse ce ne sono, almeno i 500 milioni di euro della Società di Gestione delle Attività (Sga), creata nel 1997 come bad bank del Banco di Napoli. Un primo passo per potenziare i punti di forza e intervenire sulle debolezze che permangono. Il Mezzogiorno, tutto da solo, ha battuto un colpo importante, dimostrando di saper tornare a crescere, di poter essere competitivo. Il governo stia attento a non farsi distrarre e a non sprecare un’occasione che già il prossimo anno potrebbe essere svanita.

Roma, 14 novembre 2016